lettera di una mamma

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LETTERA APERTA DI UNA MAMMA, UNA CHE E’ CIASCUNA DI NOI.
DOMANI NON MANCATE AL PRESIDIO SOTTO IL PALAZZO DELLA REGIONE LOMBARDIA.

Gentile Comitato EduChiAmo,
in vista dell’incontro che il comitato EduChiAmo terrà giovedì p.v. con gli assessori Sala e Locatelli, sono a trasmetterti la mia richiesta che spero possa essere riportata loro.
Sono una donna, residente a Milano, con tre figli di 1 anno, 2 anni e mezzo e 4 anni e mezzo. Ho un lavoro full-time che, dall’anno scorso, svolgo da casa in modalità agile per 8 ore (se non di più) al giorno. Il mio compagno ha anch’esso un lavoro full time che deve categoricamente svolgere in presenza essendo operaio magazziniere.
Il decreto che ha previsto la chiusura di nidi e scuole materne in zona rossa mi ha messo nella condizione di dover sospendere l’attività lavorativa in quanto sarebbe oggettivamente impossibile poter lavorare e contemporaneamente accudire dei bimbi così piccoli. Il bimbo più piccolo non cammina, non parla, non mangia da solo, non si veste, non si lava, non fa i propri bisogni da solo. Non sa capire cosa sia pericoloso o meno e per questi motivi richiede un’assistenza costante e assidua. Le bambine più “grandi” non sono autonome in tante attività e soprattutto non riescono, per via della conformazione cerebrale tipica dell’età che porta all’egocentrismo infanitle teorizzato e accreditato da tutte le correnti pedagogiche e scientifiche, a comprendere bisogni che non siano i propri (la mamma non può lavorare perché io ho bisogno di lei). Le peculiarità dettate dalla loro età le rende soggetti con necessità psico-fisiologiche specifiche e delicate, non assimilabili a quelle di età maggiori o di noi adulti. L’attenzione e la cura devono essere costanti e inoltre non sono in grado di poter fruire autonomamente dei device digitali utilizzabili per lo svolgimento della LA.AD (legami a distanza che va a sostituirsi alla DAD nelle fascia di età così piccole).
Queste contingenze, come detto prima, mi costringono a rinunciare, finché le scuole resteranno chiuse, all’attività lavorativa.
Rivolgersi ad una baby sitter sarebbe economicamente impensabile.

Con questo messaggio io sono a chiedere di poter lavorare e di essere tutelata in questa mia volontà. So che la nostra Nazione si trova in stato di emergenza sanitaria ma ricordo che l’Italia è una Repubblica fondata sul lavoro. Non sono a chiedere di poter andare al cinema, in piscina, o a prendere il sole al parco. Voglio poter lavorare serenamente sapendo che i miei figli sono seguiti da personale specializzato e qualificato in grado di prendersi cura delle loro specifiche esigenze psico-fisiologiche.

Sono quindi a chiedere la riapertura di Nidi e Scuole dell’infanzia.

Ringraziando per l’attenzione, >
Nadia Martignetti

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